Si tratta di uno spazio privilegiato nel quale poter affrontare situazioni che possono creare disagio nel bambino e nell’adolescente (per esempio: insicurezza e timidezza, scarsa motivazione scolastica, difficoltà di relazione con adulti o pari, scarsa autostima, ansia, divorzio o separazione dei genitori, presenza di paure o fobie di difficile gestione, difficoltà nel regolare e gestire le proprie emozioni, difficoltà a dormire, ecc..). Il supporto avviene utilizzando differenti tecniche che vengono costruite in base al singolo caso e mirano ad una miglior gestione del problema nel più breve tempo possibile. I colloqui di supporto psicologico hanno generalmente cadenza settimanale o quindicinale.
|
Lo sportello dedicato ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento, denominato PuntoDSA, è dedicato a valutazione, sostegno e riabilitazione dei DSA e più in generale delle difficoltà scolastiche. Prevede uno spazio di intervento individuale, costruito in equipe ad hoc sul singolo bambino. Mira al potenziamento delle abilità strumentali carenti (lettura, scrittura, comprensione del testo, calcolo) predisponendo anche uno spazio per il sostegno e l’accoglienza dell’emotività del bambino. Il clinico di riferimento del bambino ha anche il compito di mediare i rapporti con la scuola e accompagnare i genitori nella gestione a casa delle difficoltà scolastiche. Raggiunto un adeguato numero di bambini con difficoltà simili, è possibile intervenire in gruppo su specifiche aree come la comprensione del testo scritto o il metodo di studio.
|
La valutazione delle funzioni cognitive e neuropsicologiche viene effettuata tramite apposite prove che richiedono al bambino o adolescente di rispondere ad un serie di domande, oppure di svolgere un compito seguendo le indicazioni (per esempio ricostruire un’immagine tramite i pezzi di un puzzle o ricordare una serie di numeri). Tali prove forniscono un’indicazione sulle abilità che il soggetto mostra di avere in quel momento, sarà poi lo psicologo ad individuare eventuali distorsioni dei punteggi (ad esempio a causa della stanchezza) e ad integrare i dati ottenuti nel test con le informazioni ricavate dal colloquio.
|
Questo tipo di valutazione mira a conoscere aspetti della personalità del bambino e dell’adolescente tramite appositi test che vengono scelti in base alla richiesta dei genitori e del paziente. Aiutano a comprendere aspetti che non sempre sono evidenti dai primi colloqui (per esempio fobie, ossessioni, scarsa autostima, qualità dei legami familiari, tono dell’umore, ecc..). Come nel caso delle valutazioni neuropsicologiche, non è il singolo test a decidere se un bambino è depresso, ma saranno differenti punteggi uniti all’abilità del clinico e alle preziose informazioni fornite dai genitori a costruire il quadro della situazione specifica di quel momento.
|
Si tratta di un servizio rivolto a tutti gli studenti, dal primo anno della scuola primaria fino al termine della scolarità, con lo scopo di affrontare, gestire e risolvere problematiche scolastiche di vario genere: dalle difficoltà di apprendimento, alla scarsa motivazione verso lo studio, passando attraverso l’ansia scolastica e l’automatizzazione di un’adeguata metodologia di studio.
|
Uno spazio di intervento multifattoriale che coinvolge il bambino, la famiglia, la scuola ed eventualmente altri contesti educativi extrascolastici. Lo scopo è individuare la natura e la causa delle difficoltà comportamentali descritte dalla famiglia, al fine di costruire le migliori strategie per affrontarle e gestirle.
|
“Insegnare l’alfabeto delle emozioni è un processo simile a quello in cui si impara a leggere, poiché comporta la promozione della capacità di leggere e comprendere le proprie ed altrui emozioni e l’utilizzo di tali abilità per comprendere meglio se stessi e gli altri” [Kindlon e Thompson]. L’educazione alle emozioni si svolge in piccolo gruppo o individualmente e favorisce una maggior gestione delle emozioni insieme a maggiori abilità di riconoscimento delle emozioni altrui (con conseguente regolazione del comportamento).
|
Sono davvero tanti i bambini che hanno difficoltà ad addormentarsi, oppure che si svegliano continuamente di notte (semplici risvegli o vero e proprio sonnambulismo), o ancora che non riescono a dormire da soli. Le cause sono molteplici, i castighi servono a poco e spesso si rende necessario adottare strategie diverse per affrontare il problema in modo funzionale. Il servizio ha lo scopo di accogliere le richieste dei genitori e analizzarle per comprenderne i motivi, stilando un piano specifico per affrontare la difficoltà con la collaborazione del bambino.
|
Attraverso l’applicazione della metodologia Feuerstein ci si pone l’obiettivo di potenziare le funzioni cognitive carenti di un individuo, stimolando la creazione di nuove abilità di pensiero, di elaborazione dei concetti, di riflessione attenta e non impulsiva, di organizzazione e selezione delle informazioni pertinenti. Lo scopo è sviluppare flessibilità mentale, ragionamento deduttivo e induttivo, pensiero ipotetico e inferenziale, abilità organizzative, autonomia e competenza. Alla base di tutto ciò vi è la fiducia nella modificabilità della struttura cognitiva di ogni essere umano, idea cardine dell’ideatore del metodo Rauven Feuerstein. Il Metodo Feuerstein, che può essere applicato solo da chi ha seguito un apposito corso di formazione alla mediazione, è oggi usato in moltissimi contesti (scuole, aziende, centri di riabilitazione, carceri, case di riposo), al fine di aiutare ogni persona a raggiungere maggiore flessibilità di pensiero, a conoscere i propri stili di apprendimento e ad individuare strategie adattive di problem solving.
|
È ormai riconosciuta dalla comunità scientifica l’importanza del rilassamento anche in età scolare, attività cui viene dedicato davvero pochissimo tempo nella giornata di un bambino. Imparare una tecnica di rilassamento è utile per i bambini che presentano problemi di ansia, iperattività, aggressività, scarsa conoscenza del proprio schema corporeo, difficoltà a gestire le proprie emozioni, o più semplicemente per permettere loro di scaricare le tensioni accumulate nel corso delle giornate che sono sempre più piene di impegni scolastici e non. Rilassarsi è un’abilità che deve essere insegnata, e non consiste nell’imparare a starsene tranquilli davanti alla TV: una tecnica di rilassamento è tutt’altra cosa e, una volta appresa, può essere applicata al bisogno, in autonomia. Gli incontri di “baby rilassamento” vengono svolti in gruppo o individualmente, a seconda delle esigenze del singolo.
|
È un servizio rivolto a bambini e adolescenti che stanno attraversando il difficile momento di una separazione tra i genitori. Lo spazio è pensato per accogliere ansie, paure, sensi di colpa, preoccupazioni e insicurezze connesse al futuro del proprio nucleo familiare. Gli incontri si svolgono in piccolo gruppo o individualmente e utilizzano differenti tecniche per far affiorare i pensieri e le emozioni connesse alla situazione, permettendone l’accettazione e la gestione.
|
Uno spazio protetto in cui poter parlare delle proprie paure e preoccupazioni, con lo scopo di comprenderle e imparare a gestirle nel breve periodo. Il percorso, dopo un’iniziale fase di valutazione e inquadramento della difficoltà, prevede differenti fasi costruite sul singolo caso, che possono comprendere anche la collaborazione con la famiglia.
|
Capita spesso che i compiti a casa diventino difficili da gestire per un genitore. Questo può accadere per differenti motivi: stanchezza o orari di lavoro poco flessibili, incapacità del bambino a svolgere i compiti in autonomia, mancanza di strategie per concludere velocemente i compiti, impossibilità ad affrontare il momento compiti senza continui litigi e castighi.. In questi casi, delegare all’esterno il momento compiti aiuta a ristabilire un clima di serenità e ad assicurarsi che il bambino vada a scuola con i compiti terminati ma che soprattutto impari ad affrontare le missive scolastiche con maggiore autonomia e competenza. A tale scopo, questo specifico servizio propone due alternative: la possibilità di far seguire il bambino presso il proprio domicilio da un educatore preparato ed eventualmente supervisionato dalla psicologa, oppure la possibilità di inserire il bambino nel gruppo CompitInsieme, uno spazio pensato per imparare a svolgere i compiti in autonomia, con il supporto dei pari e la supervisione di un adulto. L’adulto, in entrambi i casi, non si sostituisce al bambino ma al contrario insegna strategie per andare avanti da solo.
|
|
Il sostegno psicologico è un intervento che si focalizza su un problema specifico, con lo scopo di definirlo chiaramente, affrontarlo e trovare strategie utili alla sua risoluzione. Nel corso dei colloqui di sostegno con lo psicologo si individuano le risorse proprie della persona e si procede verso gli obiettivi concordati. Funzione del colloquio di sostegno psicologico è anche quella di fornire spunti di riflessione che portino ad una maggior conoscenza di sé e del modo in cui si tende ad affrontare le situazioni. Il sostegno psicologico è utile in tutte quelle situazioni di crisi momentanea, in assenza di psicopatologia (ad esempio problemi lavorativi, difficoltà a prendere decisioni importanti, necessità di adattarsi ai cambiamenti avvenuti nella propria vita, difficoltà emotive o relazionali, ecc).
|
La Psicodiagnosi consiste in una valutazione psicologica e cognitiva della personalità che, attraverso i colloqui clinici e l’utilizzo di specifici strumenti (test), consente di stilare un resoconto di quelli che sono gli aspetti caratterizzanti dell’individuo a livello psicologico e di individuare punti di forza e debolezza del soggetto. I test utilizzati per la valutazione psicodiagnostica sono di vario genere, io personalmente utilizzo con più frequenza questionari autosomministrati. La valutazione psicodiagnostica richiede diversi incontri e si conclude con un colloquio di restituzione in cui il clinico comunica al cliente quanto emerso dalla valutazione. Spesso si ha il timore che le risposte date ad un singolo questionario, ad esempio a domande ambigue o particolari, possa condizionare l’esito della valutazione. Non è affatto così: non sarà un singolo test o una singola risposta a determinare il risultato della valutazione, ma sarà la convergenza tra diversi strumenti, uniti all’abilità del clinico, opportunamente formato, a delineare un profilo generale della persona. Durante il colloquio di restituzione, inoltre, vi è sempre spazio per un confronto costruttivo rispetto a quanto emerso.
|
I disturbi d’ansia sono attualmente tra i più diffusi. L’ansia è un’emozione, un sistema di allerta utile alla sopravvivenza persona, che ha lo scopo di attivare le risorse del soggetto per superare una situazione di pericolo o che richieda grande attenzione. Molto spesso, però, l’ansia perde questo suo valore adattivo e si trasforma in un ostacolo: questo avviene per svariati motivi, dalla predisposizione genetica alla cristallizzazione di schemi di pensiero disfunzionali. L’ansia che aumenta in modo incontrollato crea un disagio psicologico non indifferente, condizionando spesso la vita dell’individuo e associandosi ad una serie di fastidiosi sintomi fisici (ad esempio mal di testa, spasmi, sensazione di soffocamento, vertigini, tensione muscolare, aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, ecc..). Non sempre si è in grado di gestire un periodo di forte ansia in autonomia, il rischio è quello di iniziare ad evitare ciò che ci crea eccessiva preoccupazione, instaurando così un circolo vizioso che porta ad evitare sempre più luoghi e/o situazioni temute. La cattiva notizia è che a volte basta davvero poco per passare da una situazione ansiosa transitoria ad un disturbo ansioso, la buona notizia è che l’ansia può essere controllata! Come dimostrano le ricerche, la terapia cognitivo-comportamentale rappresenta attualmente il trattamento di elezione per i disturbi d’ansia, classificandosi come terapia breve, centrata sul problema, validata dalla ricerca scientifica e caratterizzata da una continua collaborazione paziente-terapeuta.
|
Il Rilassamento Muscolare Progressivo è una tecnica di rilassamento attiva basata sulla percezione di una differenza tra contrazione e rilassamento di alcuni gruppi muscolari. Fu ideata dal medico e psicofisiologo statunitense Edmund Jacobson negli anni ’30 ed è tutt’ora utilizzata per aiutare le persone a gestire determinate situazioni di disagio (ad esempio insonnia, ansia, dolori muscolari ecc..). Si tratta di una tecnica molto semplice da apprendere, che richiede però allenamento a casa. Le sedute sono settimanali ed ognuna riguarda uno dei sei principali gruppi muscolari coinvolti. È fondamentale, tra una seduta e l’altra, ripetere gli esercizi a casa per consolidare la tecnica che si sta apprendendo e imparare ad affinare la propria percezione rispetto alla tensione muscolare. Una volta appresa, la tecnica può costituire un aiuto rapido ed efficace per eliminare le tensioni muscolari e ritrovare uno stato di maggior benessere. La tecnica è indicata per tutte le persone che non riescono a trarre beneficio da tecniche più “mentali” come lo yoga o il training autogeno, ed è inoltre utilizzata per la preparazione sportiva degli atleti. Organizzo percorsi di apprendimento di questa tecnica di rilassamento (6 sedute di 40 minuti ciascuna) individuali o di gruppo.
|
Il training autogeno di Schultz, è un metodo passivo di “autodistensione da concentrazione psichica”. Consiste in una serie di esercizi che vengono appresi gradualmente (un esercizio a settimana) e che devono essere, nelle fasi di apprendimento, costantemente applicati per poterne trarre il maggior beneficio possibile. Se praticato correttamente e con costanza, aiuta a raggiungere un profondo stato di rilassamento e benessere e aiuta la mente sia a migliorare le quotidiane performances che ad alleviare disagi psicosomatici di vario tipo.
|
Periodi di vita intensi, colmi di impegni di lavoro, preoccupazioni e difficoltà organizzative possono, se prolungati nel tempo, rendere difficile la vita quotidiana. I percorsi di gestione dello stress aiutano ad analizzare la situazione attuale allo scopo di individuare modalità per gestire le incombenze quotidiane con maggiore tranquillità, ricavare del tempo libero per sé e affrontare le giornate con maggiore lucidità.
|
Il comportamento assertivo è quel tipo di comportamento, che può essere appreso, mediante il quale si affermano i propri punti di vista e i propri diritti, senza sovrastare l’altro. L’assertività può essere definita come un comportamento comunicativo adeguato, la via di mezzo tra una comunicazione aggressiva e una passiva. Tramite l’assertività viene adottato uno stile comunicativo che permette all’individuo di esprimere le proprie opinioni, le proprie emozioni, i propri desideri, e di impegnarsi a risolvere positivamente le situazioni e i problemi. Lo psicologo, mediante un training assertivo, favorisce lo sviluppo di abilità socio comunicative appropriate e pone i seguenti obiettivi: riconoscere i diversi stili comunicativi, rimuovere gli ostacoli ad una comunicazione efficace, acquisire uno stile comunicativo assertivo, migliorare la propria modalità di comunicazione e migliorare il proprio senso di auto-efficacia.
|
Sono tanti i genitori che si trovano a dover affrontare momenti critici nell’educazioni dei figli. Spesso si rendono necessarie nuove metodologie per affrontare questioni che fino a poco tempo prima erano facilmente gestibili (ad esempio capricci, problemi del sonno, ribellione, ecc..). Questo spazio NON ha lo scopo di giudicare l’operato dei genitori o di farli sentire incapaci di “tirar su i figli”, lo scopo è invece quello di giungere ad una maggior consapevolezza rispetto ai rapporti genitori-figli, ad una maggior conoscenza dei propri figli e del loro comportamento, ad una validazione delle strategie vincenti già usate dai genitori e alla messa a punto di nuove modalità comportamentali ed educative per superare le difficoltà
|
Le difficoltà in una famiglia o in una coppia fanno parte della normale quotidianità: si litiga, si fa pace e tutto torna come prima. Quando è il caso di contattare uno psicologo? Quando la situazione non è più gestibile con gli strumenti che abbiamo a disposizione il disagio può ingigantirsi ed è a volte fondamentale l’aiuto di una persona esterna che possa fornire strategie diverse per affrontare le difficoltà, in un clima accogliente, collaborativo e non giudicante. Lo psicologo può aiutare ad affrontare con maggiore consapevolezza e serenità situazioni critiche nella vita di una famiglia, come ad esempio problemi di coppia, come separazione, crisi coniugali o tradimenti; difficoltà di relazione con i parenti, conflitti familiari, ecc..
|
Il termine “mindfulness” si riferisce ad un’attenzione consapevole, intenzionale e non giudicante alla propria esperienza nel momento in cui essa viene vissuta. Tale atteggiamento di accettazione radicale viene coltivato con una pratica quotidiana di esercizi specifici. Studi recenti indicano, infatti, che la pratica costante di tali esercizi o “meditazioni” ha profondi effetti sulla salute fisica e mentale. Consiste nella pratica della meditazione, la cui essenza è prestare attenzione al momento presente, alla propria esperienza, in uno stato di autentica calma. Si allena la mente ad essere più stabile e meno reattiva, e nello stesso tempo si impara ad accettare e coltivare ogni istante così come viene, accrescendo la propria capacità naturale di concentrazione.
|
Paragonabile ad un’ipnosi leggera, l’ipnorelax consente di raggiungere un profondo stato di rilassamento rimanendo cosciente e costruendo con l’immaginazione un post sicuro entro il quale rifugiarsi per trovare la calma e rilassare mente e corpo. Si tratta di un rilassamento guidato che non supera mai lo stato di leggera trance (che spaventa l’utenza quando sente parlare di ipnosi). La tecnica ha il vantaggio di essere appresa in pochi incontri, ed è con successo usata anche nella terapia di ansia, panico e fobie. I vantaggi di ritagliarsi con continuità uno spazio di benessere personale sono visibili dalle prime applicazioni, e si ripercuotono positivamente sulla quotidianità.
|
Circa un terzo della popolazione adulta riferisce transitori problemi d’insonnia. Una buona percentuale dei pazienti dei medici di base presenta difficoltà legate al sonno: molti si rivolgono al medico di famiglia con continue richieste di terapie farmacologiche per migliorare il sonno. Spesso però il problema persiste a causa dei fattori psicologici che contribuiscono al mantenimento dell’insonnia. L’insonnia può essere gestita con pochi incontri con lo psicologo, finalizzati alla comprensione dei meccanismi del sonno e dell’insonnia e all’apprendimento di strategie funzionali al mantenimento di un sonno ristoratore e di qualità.
|
|